Aperta la call EWA – Empowering Women in Agrifood opportunità per 10 donne di talento
Mercoledì 31 Maggio, alle ore 9, il Future Food Institute e il Centro Ligure Produttività (CLP) terranno un webinar informativo su EWA – Empowering Women in Agrifood – di EIT Food, le cui candidature scadranno l’11 giugno (https://www.f6s.com/ewa-italia-2023/apply).
Si tratta di un programma per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile che, tramite formazione, mentorship e un premio in denaro, supporterà 10 donne alla guida di una società o con un’idea da sviluppare.
EWA è un’iniziativa di EIT Food promossa in 11 paesi (Estonia, Grecia, Italia, Polonia, Portogallo, Serbia, Slovenia, Spagna, Turchia, Romania e Ucraina) con l’obiettivo di far emergere lo straordinario potenziale dell’imprenditoria femminile, risolvendo alcune tra le più importanti sfide del settore agroalimentare: superare il divario di genere ancora esistente, promuovere la presenza femminile in posizioni dirigenziali e e aumentare il numero delle start-up guidate da donne.
Secondo un recente rapporto della FAO[1], l’agroalimentare rappresenta in tutto il mondo una delle principali fonti d’impiego delle donne (36%). Ciononostante, lo stigma della disuguaglianza di genere si estende anche in tale settore: le donne hanno generalmente ruoli marginali, salari inferiori con condizioni lavorative peggiori, impieghi irregolari, poco qualificati, e ad alta intensità di lavoro. Promuovere l’empowerment femminile apporterebbe benefici diffusi a livello ambientale, economico, politico e culturale. Tornando al rapporto FAO, è interessante notare un dato relativo agli enormi vantaggi generati da progetti che promuovono l’emancipazione femminile: se la metà dei piccoli produttori potesse beneficiarne, si verificherebbe un aumento di reddito per circa 58 milioni di persone. Le conseguenze? Efficienza e sostenibilità (non solo ambientale) dei sistemi agroalimentari, e benessere diffuso. EWA si inserisce esattamente in tale progettualità.
Nel webinair del 31 Maggio, il CLP e il Future Food Institute presenteranno il progetto illustrandone le modalità di partecipazione e di svolgimento, e dando voce alle participanti delle precedenti edizioni.
Si tratta di un primo passo per favorire la diffusione di un iniziativa che, in Italia, valorizza l’importante contributo femminile a un settore essenziale e strategico. Perché tutelare, valorizzare e dare spazio alle donne dell’agrifood è un aspetto che non si può più posticipare.
Requisiti per iscriversi
- Donne (che si identificano con il genere femminile)
- Residenti in Italia
- Con un progetto nel settore dell’agrifood: Si può trattare di:
- un’idea imprenditoriale solida;
- una società / startup già avviata di cui la donna sia manager, parte della direzione, del consiglio di amministrazione, o fondatrice. Che abbia ricevuto meno di 30,000€ da fondi pubblici e privati.
Come funziona?
Le candidature sono aperte fino al 12 giugno tramite questo link.
Un gruppo di esperti del settore controllerà le candidature ricevute e selezionerà le 10 imprenditrici che accederanno al programma.
Per 6 mesi le partecipanti seguiranno un corso di formazione tenuto dal Future Food Institute e Dock3 e verranno affiancate da mentors scelti accuratamente per poterle accompagnare al meglio durante questo percorso e dar loro tutto il supporto necessario per sviluppare il loro progetto. Le partecipanti otterranno anche accesso alla EWA Community e al network di EIT Food Hive.
A Novembre si terrà l’evento finale durante il quale le partecipanti presenteranno le loro idee ad una giuria, che poi sceglierà le due vincitrici a cui verranno assegnati rispettivamente 10.000€ e 5.000€ a fondo perduto.
Organizzatori del progetto
- EIT FOOD – Promotore dell’iniziativa
EIT Food è l’iniziativa leader nell’innovazione alimentare in Europa. Funziona per rendere il sistema alimentare più sostenibile, sano e affidabile. È una delle otto comunità dell’innovazione istituite dall’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), un’organizzazione indipendente dall’UE creata nel 2008 per promuovere l’innovazione e l’imprenditorialità.
Il consorzio è composto da oltre 100 entità, tra cui industrie chiave, aziende leader in questo campo, startup, centri di ricerca e università di 16 Stati membri dell’UE.
- FUTURE FOOD INSTITUTE – organizzatore per l’Italia
Future Food Institute, fondato a Bologna, è oggi un intero ecosistema che fa della food innovation uno strumento chiave per affrontare le grandi sfide del futuro e sostenere l’implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite; parlando al mondo, ma valorizzando il territorio partendo dall’Italia.
Un ecosistema composto da un’anima filantropica, il Future Food Institute che è un centro di ricerca e formazione nato a Bologna con sedi a San Francisco, Tokyo e dal 2021 anche a Pollica, Comunità Emblematica UNESCO della Dieta Mediterranea.
- DOCK3 – supporta il Future Food per mentoring e formazione
Dock3 è un programma di training e incubazione per startup che forma ogni anno 100 giovani imprenditori e 15 nuove startup e li presenta per la prima volta ad acceleratori e fondi di venture capital italiani e internazionali.
Per saperne di più potete consultare il sito tramite questo link.
Per qualsiasi domanda scrivete a Virginia Cepollina virginia.cepollina@futurefoodinstitute.or
Anche se l’Europa conta più donne (52%) che uomini, le imprenditrici rappresentano solo un terzo dei lavoratori autonomi nell’UE. A causa di vari fattori, l’imprenditorialità è attualmente un’opzione meno attraente per le donne che per gli uomini. La situazione peggiora quando ci spostiamo nelle zone rurali e nel settore agroalimentare, secondo le ultime statistiche pubblicate dall’Ufficio statistico europeo. Nel 2016, le donne rappresentavano il 28% delle posizioni di vertice nelle aziende agricole e di allevamento nell’Unione europea, con un tasso notevolmente basso tra le donne delle regioni RIS.
[1] https://unric.org/it/nuovo-rapporto-fao-la-parita-di-genere-nei-sistemi-agroalimentari-vale-1-000-miliardi-di-dollari-per-leconomia-globale-e-puo-salvare-45-milioni-di-persone-dallinsicurezza-alimentare/