Nel 70° anniversario della sua istituzione, il Premio Paganini ha registrato il record di iscrizioni: 117 candidature arrivate da oltre 30 Paesi.
Dal 16 al 27 ottobre – anniversario della nascita di Niccolò Paganini – la grande musica classica sarà a Genova, con eventi e spettacoli dedicati al grande genio di Paganini: oltre al concorso, anche per questa 57ima edizione, Genova Liguria Gourmet affiancherà la competizione internazionale portando il suo prezioso contributo.
Infatti, sono ben 21 i ristoranti aderenti alla promozione del marchio e della tipicità a tavola che proporranno, all’interno del loro menù, i famosi ravioli di Paganini, pasta fresca ripiena abbinata al tradizionale sugo al “tuccu“.
Si tratta di una ricetta rinvenuta in un manoscritto del 1839 in cui il Maestro appuntava la ricetta dei “suoi” ravioli di pasta fresca stesa a mano, rigorosamente senza ovi e al procedimento per preparare il suco: “Per una libbra e mezza di farina due libbre di buon manzo magro per fare il suco. Nel tegame si mette del butirro, indi un poco di cipolla ben tritolata che soffrigga un poco. Si mette il manzo, e fare che prenda un po’ di colore. E per ottenere un suco consistente si prende poche prese di farina, ed adagio si semina in detto suco affinché prenda il colore. Poi si prende della conserva di pomodoro, si disfa nell’acqua, e di quest’acqua se ne versa entro alla farina che sta nel tegame e si mescola per scioglierla maggiormente, e per ultimo si pongono entro dei fonghi secchi ben tritolati e pestati; ed ecco fatto il suco. Ora veniamo alla pasta per tirare le sfoglie senza ovi. Un poco di sale entro la pasta gioverà alla consistenza della medesima. Ora veniamo al pieno. Nello stesso tegame colla carne si fa in quel suco cuocere mezza libbra di vitella magra, poi si leva, si tritola e si pesta molto. Si prende un cervello di vitello, si cuoce nell’acqua, poi si cava la pelle che copre il cervello, si tritola e si pesta bene separatamente, si prende quattro soldi di salsiccia luganega, si cava la pelle, si tritola e si pesta separatamente. Si prende un pugno di borage chiamata in Nizza boraj, si fanno bollire, si premono molto, e si pestano come sopra. Si prendono tre ovi che bastano per una libbra e mezza di farina. Si sbattano, ed uniti e nuovamente pestati insieme tutti gli oggetti soprannominati, in detti ovi ponendovi un poco di formaggio parmigiano. Ecco fatto il pieno. Potete servirvi del capone in luogo del vitello, dei laccetti in luogo di cervello, per ottenere un pieno piu’ delicato. Se il pieno restasse duro, si mette nel suco. Per il ravioli, la pasta si lascia un poco molla. Si lascia per un’ora sotto coperta da un piato per ottenere le foglie sottili“.
Gli chef di Genova Liguria Gourmet hanno eseguito la ricetta come fosse la partitura di un’opera: chi seguendo fedelmente la melodia, chi interpretando con innovazione ed estro e chi rivisitando l’originale secondo nuove prospettive. Dal tuccu originale, quindi, con un ripieno di carne, a un sugo al coltello con ripieno di magro, ai ravioli di Paganini 4.0, a base di pesce.
Come un percorso per le vie del gusto e della Città in nusica, la Genova di Paganini si colora a festa in onore del grande maestro.
Ecco i locali aderenti: La Perlage, Le Rune, Osteria della Foce, Patanegra, Trattoria Archivolto Mongiardino, Da O Vittorio, Manuelina, La Brinca, I Tre Merli, Trattoria Rosmarino, Toe Drue antica osteria, Tuna Cantina e Pescato, Tiflis, Al Veliero, Il Rustichello, Il Genovese, Ristorante San Giorgio, Trattoria del Bruxaboschi, The Cook al Cavo, Soul Kitchen.